Festa Famiglia di Nazaret 2009
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- Categoria: Festa della Santa Famiglia di Nazaret
- Domenica, 27 Dicembre 2009 23:31 Data pubblicazione Super User Visite: 1878
Novafeltria - 27 dicembre 2009
FESTA DELLA S. FAMIGLIA
FESTA DELLA S. FAMIGLIA
INTRODUZIONE
Dopo aver contemplato la nascita di Gesù nel Natale, la liturgia ci invita oggi a guardare alla famiglia concreta in cui Gesù si è incarnato. Infatti, la festa della Santa Famiglia di Nazareth ci ricorda anzitutto che Dio ha scelto di farsi uomo in una famiglia e che Suo Figlio ha vissuto “in famiglia” trenta anni di vita terrena … Siamo dunque invitati a vivere con serenità ed impegno le vicende famigliari quotidiane ed a riconoscere in esse un valore santo, cioè un dono ed un progetto voluto dal Signore. In particolare, quest’anno la liturgia ci invita a riflettere sui figli: sul dono grande che essi rappresentano, al di là delle inevitabili apprensioni, incomprensioni, sofferenze che questo rapporto di amore talvolta genera in ogni famiglia.
INTRODUZIONE ALLE LETTURE
La capacità di procreare non è il potere di un uomo e di una donna, non può essere un titolo di orgoglio, ma un dono dato gratuitamente dal Creatore. La liturgia intende proporci questa riflessione attraverso la storia di Elkana ed Anna, una coppia sterile: le conoscenze e la mentalità del tempo attribuivano alla donna la causa della sterilità ed Anna vive questa condizione con estrema sofferenza, come una ferita profonda. Eppure, Anna percorre questo dramma con lo sguardo fiducioso di chi percepisce che la sorgente della vita affonda le radici nel mistero divino. Quando il dono di Dio finalmente arriva, Anna torna al tempio per offrire a Dio – al quale aveva rivolto più volte la propria preghiera – quel figlio atteso tanto a lungo.
Prima Lettura 1Sam 1,20-22.24-28
Chi teme il Signore onora i genitori.
Dal primo libro di Samuele
Al finir dell'anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele, «perché - diceva - al Signore l'ho richiesto». Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre». Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un'efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch'io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.
Parola di Dio
Parola di Dio
Salmo Sal 83 - 84
Beato chi abita nella tua casa, Signore.
Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti!
L'anima mia anela e desidera gli atri del Signore. Il mio cuore e la
mia carne esultano nel Dio vivente.
L'anima mia anela e desidera gli atri del Signore. Il mio cuore e la
mia carne esultano nel Dio vivente.
Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi.
Beato l'uomo che trova in te il suo rifugio e ha le tue vie nel suo
cuore.
Beato l'uomo che trova in te il suo rifugio e ha le tue vie nel suo
cuore.
Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, porgi
l'orecchio, Dio di Giacobbe. Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
l'orecchio, Dio di Giacobbe. Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.
La seconda lettura ci invita a seguire l’insegnamento di Gesù e soprattutto l’esempio di amore che Egli ci ha lasciato dando la vita per noi. Infatti, l’esperienza di famiglia di noi tutti è rappresentata da tante quotidiane occasioni nelle quali siamo chiamati a “fare morire” un po’ del nostro egoismo per dare spazio alle persone che il Signore ci ha messo accanto. Se lo stile delle nostre relazioni famigliari è caratterizzato dalla capacità di donare noi stessi, allora l’Apostolo
Giovanni ci rassicura: Dio dimora nelle nostre case !
Seconda Lettura 1Gv 3,1-2.21-24Giovanni ci rassicura: Dio dimora nelle nostre case !
Vita familiare cristiana, secondo il comandamento dell’amore.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa
chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Parola di Dio
chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Parola di Dio
Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.
Nell’episodio tratto dal Vangelo di Luca, Maria e Giuseppe smarriscono Gesù nel tempio di Gerusalemme e, dopo tre giorni di ricerche, lo trovano mentre ”ascolta ed interroga” i dottori. La risposta di Gesù è apparentemente umiliante, incomprensibile: per Maria e Giuseppe rimane la fatica di comprendere il proprio figlio, l’inquietudine di non capire la sua risposta ed i suoi gesti. Ascoltiamo questo episodio della vita della Santa Famiglia di Nazareth, e proviamo a chiederci:
• siamo attenti alla crescita dei nostri figli ?
• sappiamo porre loro le domande giuste ?
• siamo in grado di accogliere ed accettare il significato delle crisi, delle difficoltà, degli insuccessi ?
• riusciamo a vedere l’opera di Dio nei nostri figli ? sappiamo lodarlo per questo ?
Vangelo Lc 2,41-52
Dal vangelo secondo Luca
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero
ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Parola del Signore
ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Parola del Signore
PREGHIERE DEI FEDELI
- Preghiamo affinchè la famiglia, luogo privilegiato di apertura, accoglienza e promozione della vita, si affidi instancabilmente al Signore realizzando il suo naturale progetto di "custode della vita". .
- Signore, ti affidiamo tutti i genitori affichè con il tuo aiuto sappiano essere testimoni di fede e buoni educatori dei figli che hai loro donato, in questa umanità non più attenta ai veri valori della fede, del dono della vita e della famiglia.
- Intorno a noi ci sono tante famiglie che stanno attraversando giorni difficili e momenti di crisi. Stanno sperimentando la fatica del vivere giorno per giorno e dell'accettarsi a vicenda. Ti prghiam, o Signore, perchè queste famiglie in difficoltà riescano a riscoprire e a vivere fino in fondo il loro "si" iniziale, quel si che si erano dati reciprocamente, nella pazienza del cammino e nella forza del sacramento.
- Oggi ci troviamo immersi in una cultura che relativizza il matrimonio e la differenza tra i sessi. Sposarsi o non sposarsi per una coppia è una scelta di uguale valore. Signore, tu che hai fondato la famiglia umana sull coppia uomo-donna, illumina i governanti, perchè promulghino una legislazione a favore della famiglia, una legislazione che valorizzi e aiuti la famiglia nell'insostituibile compito di crescere gli uomini e le donne del domani.
OFFERTORIO
Oggi insieme al pane e al vino portiamo sull'altare gli elementi dell'angolo della preghiera: la Sacra Bibbia, il cero acceso, un vaso di fiori, simboli della fede perché ogni famiglia dovrebbe dedicare uno spazio visibile della propria casa alla Parola di Dio e alla preghiera.
Questo "angolo della preghiera" può diventare il luogo privilegiato intorno al quale la famiglia si riunisce per ringraziare Dio di tutti i doni ricevuti e invocare la sua benedizione. Portiamo all'altare anche la capanna dei nostri presepi, per ricordare che ogni famiglia è l'immagine della famiglia di Nazaret. Le offerte raccolte in questa messa, verranno devolute ad una famiglia della nostra vallata che si trova in difficoltà, individuata dalla Caritas diocesana.
Questo "angolo della preghiera" può diventare il luogo privilegiato intorno al quale la famiglia si riunisce per ringraziare Dio di tutti i doni ricevuti e invocare la sua benedizione. Portiamo all'altare anche la capanna dei nostri presepi, per ricordare che ogni famiglia è l'immagine della famiglia di Nazaret. Le offerte raccolte in questa messa, verranno devolute ad una famiglia della nostra vallata che si trova in difficoltà, individuata dalla Caritas diocesana.