Perdono e Riconciliazione - Aspetti Biblici del sacramento della confessione
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- Sabato, 05 Maggio 2007 18:23 Data pubblicazione prof. Agostino GASPERONI Visite: 4125
Perdono e Riconciliazione - Aspetti Biblici del Sacramento della Confessione
"PERDONO E RICONCILIAZIONE"
ASPETTI BIBLICI DEL SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE
prof. Agostino GASPERONI
Mi è stato affidato come traccia di questo incontro, un passo famoso del vangelo di Giovanni, e, come titolo, l’indicazione generale: " Riflessioni bibliche sul sacramento della riconciliazione ", del perdono alla luce di GV20,22-23. Innanzitutto una riflessione biblica comincia dal leggere il testo, questo e’ il primo passo che bisogna compiere . Dunque ci mettiamo davanti a questo passo biblico dove si trova questa frase, leggendo il vangelo di Giovanni, al cap. 20, dai versetti 19-23 ( leggo la traduzione della CEI, quella che usiamo nella Liturgia.
Questo dunque il passo a cui facciamo riferimento; appartiene ad un racconto più ampio perché il nostro passo si prolunga con l’appuntamento fra Gesù e Tommaso detto Didimo, che non era presente al primo incontro del Signore risorto con i suoi e che,quindi,fa presente agli altri discepoli che una cosa come quella che gli hanno detto,cioè aver visto il signore risorto, non è una cosa che si può credere per sentito dire, ma bisogna verificarla personalmente; e Gesù accetta la sfida e,per cosi’ dire,inventa un incontro apposta per lui.
Questo è l’insieme del racconto a cui il nostro testo appartiene. Allora c'è una prima questione che appare in questo testo e che ci aiuta nella comprensione del suo significato; cioè in termine tecnico appare una prima questione esegetica, interpretativa che e' questa; la questione della fondazione biblica
Del sacramento del perdono dei peccati o, in altre parole, la domanda se questo sia da considerarsi come l’istituzione vera e propria di questo sacramento da parte di Gesù stesso. Molto spesso le riflessioni bibliche su questo testo si sono aggirate attorno a questa questione .Bisognerà dunque dire qualcosa, anche se, come vi dirò subito, questo no, e non deve essere di fronte a questo testo biblico l’unico e neanche il principale approccio esegetico.. Facciamo una prima puntualizzazione sulla fondazione biblica dei sacramenti in generale, cioè questa questione dell’origine dei sacramenti nella Bibbia e quindi anche di questo sacramento .
E la precisazione è questa; guardare ai testi biblici nell’ intento di trovarvi l’origine dei sacramenti con la loro istituzione da parte di Gesù, non e’ il modo più corretto di accostarsi ai testi; non è corretto prima di tutto a priori, perché i sacramenti non sono degli istituti giuridici creati da Gesù con un decreto, più in un giorno o in un momento preciso della sua vita terrena.
Questo è un modo di pensare i sacramenti come dei fatti giuridici, che è riduttivo e inappropriato, anche se è ancora piuttosto diffuso; non è raro infatti sentire ancora parlare in questi termini: "amministrare "i sacramenti, piuttosto che magari "celebrare " i sacramenti. I sacramenti sono degli eventi religiosi di natura misterica, che derivano da una parola biblica; misterion, che non indica certo un istituto giuridico; non sono delle procedure rituali. Pensare alle origini dei sacramenti come una loro istituzione, sottolineo la parola istituzione, da parte di Gesù non è corretto neanche a posteriori, perché nei vangeli non esistono sette momenti istitutivi di altrettanti istituti giuridici tipici del Cristianesimo di cui Gesù avrebbe decretato l’esistenza .
Non esiste una documentazione biblica, né come una pagina unica di sette atti istitutivi ( come ad esempio esiste una pagina biblica, quella della creazione, nella quale si dica che in sette giorni venne fatto tutto ciò che esiste ) né in pagine diverse, sparpagliate qua e là, nel Nuovo Testamento .
Fra l'altro, è stata proprio questa impostazione riduttiva dell'origine da Gesù dei sacramenti che ha portato Lutero alla separazione dalla Chiesa Cattolica come inventrice dei sette sacramenti, mentre nella bibbia ne risulterebbero solo due, solo il Battesimo e l'Eucarestia
Questa è un’altra affermazione piuttosto confermante di quello che stiamo dicendo. L’origine da Gesù dei nostri sacramenti, beninteso, è una questione importante,non va intesa come origine diretta ma indiretta, ossia tramite la matrice fondamentale di tutti i sacramenti che è la Chiesa, come corpo del Cristo risorto come sposa del Verbo fatto carne tramite la matrice che è il mistero pasquale di Cristo e il mistero fondamentale e frontale; dell’incarnazione dell ’ Unigenito che viene dal Padre,pieni di grazia e di verità (secondo l’espressione densissima del vangelo di Giovanni 1,14. Dal punta di vista storico, l’origine dei nostri sacramenti da Gesù non è un’origine giuridico- istitutiva, ma piuttosto genetico- evolutiva, se volessimo utilizzare dei termini più appropriati . Ma questo discorso lo abbiamo accennato come premessa, perché questo non è il discorso che dobbiamo fare noi questa sera, l’abbiamo solo accennato per spiegare,o meglio per precisare,da quale angolo visuale non ci si deve accostare al nostro testo per vedere poi da quale angolo visuale,invece, ci si deve accostare.
Una seconda puntualizzazione è questa: è importante, abbiamo detto, la questione dell’origine da Gesù dei nostri Sacramenti, e quindi è legittimo porre anche a questo nostro testo la domanda se intende affermare l’origine da Gesù del sacramento che noi oggi chiamiamo della Confessione o meglio del perdono dei peccati . Per fare questa domanda in modo corretto,bisogna che ci ricordiamo innanzitutto che questa, che abbiamo appena riascoltato è una pagina del Vangelo e che il Vangelo non è una registrazione diretta delle parole e delle azioni di Gesù, non è una cronaca, per dirla in linguaggio moderno, è un testo predicazionale e testimoniale nel quale risuona si’ il messaggio e il patrimonio spirituale che viene da Gesù, ma mediato e filtrato attraverso le sue istanze di fede e di vita vissuta.
Una pagina di vangelo,insomma,è un testo nel quale per cosi’ dire, risuona mescolata sia la voce di Cristo che quella della chiesa,che, nel nostro caso, sarebbe la chiesa giovannea.
Quindi la domanda se questo nostro testo ci vuole parlare della origine da Gesù del sacramento del perdono per essere corretta, dovrebbe essere posta cosi’: se in questo testo si può mostrare che ci sia la documentazione che la Chiesa giovannea conosce già una propria celebrazione del perdono, anche se diversa dalla nostra, e ne testimonia qui l’origine da Gesù .
Ora, a questa domanda come risponde il nostro testo ? Dico subito che c’è stata e c’è ancora una vivace discussione fra gli esegeti a questo riguardo, se cioè questo testo debba e possa essere compreso come la documentazione dl fatto che il sacramento della remissione dei peccati abbia la sua origine da Gesù .
Poiché personalmente ho dovuto misurarmi con questo testo per esigenze del mio insegnamento di teologia biblica sacramentaria, nella sede di Ancona dell’università del Laterano, mediante l’esegesi analittica sono giunto alla convinzione che questo testo, specie se lo si confronta con altri passi negli scritti di Giovanni che sono nel NT, per esempio la prima lettera di Giovanni, esprima come la tradizione giovannea voglia documentare l’origine da Gesù stesso ( e dal suo ministero ) di uno specifico ministero ecclesiale, quello del perdono dei peccati. Tale ministero la chiesa giovannea già lo conosceva e lo praticava, quando il vangelo di Giovanni è stato scritto . Perciò queste parole dovrebbero fare riferimento ad una pratica della comunità cristiana giovannea, che qui viene fatta appunto risalire a Gesù stesso .
Per fare emergere questo contenuto dal testo, bisognerebbe svolgere uno studio analittico abbastanza dettagliato, che qui adesso non è il caso di compiere.
Comunque . come abbiamo accennato poco fa, se anche questo testo non fosse cosi’ chiaro a riguardo e se anche questa conclusione appena detta non fosse cosi’ chiaramente mostrabile da questo testo, come invece a me sembra, tuttavia non è detto che la strada unica o migliore per mostrare l‘origine da Gesù dei nostri sacramenti sia quello di un unico testo, come se fossimo obbligati a dire che questa cosa si dimostra solo qui .
Anzi, come vi ho detto sopra, la via maestra per mostrare l’origine da Gesù del nostro sacramento è quella di mostrare dalle molte indicazioni che ci sono nel NT in questo senso, l’origine da Gesù’ della Chiesa,come mistero,come afferma il documento conciliare sulla Chiesa "mistero" è la parola greca per dire " sacramento"; dunque l'origine da Gesù della Chiesa,come mistero vuol dire come sacramento fondamentale o in altre parole come fondamento di tutti i sacramenti.
D'altra parte le possibilità sono solo due: o il nostro sacramento del perdono dei peccati proviene da Gesù stesso ( sia pure in modo mediato, indiretto, cioè attraverso la mediazione della Chiesa ), e allora è un sacramento, è un mistero della fede,( come diciamo ad esempio dell'Eucarestia; è mistero di fede) oppure proviene dalla Chiesa, e allora sacramento non, perché è farina del suo sacco è una specie di burocrazia rituale; e allora la Chiesa apparirebbe come un branco di imbroglioni che pretende di avere una autorità che non hanno e che attribuiscono a Cristo quello che invece è un parto delle loro menti e della loro organizzazione religiosa .
Una conclusione di questo genere da sola dimostrerebbe che abbiamo imboccato una strada completamente sbagliata.
Quindi, in ogni caso, anche se non volessimo riconoscere che qui nel nostro testo c’è un’allusione abbastanza probabile,abbastanza trasparente,abbastanza chiara di una pratica della comunità cristiana giovannea, magari diversa dalla nostra, più antica,più arcaica,comunque si ha a che fare con un mistero ecclesiale del perdono dei peccati e in ogni caso il ministero ecclesiale del perdono dei peccati non può che risalire a Gesù ed essere un suo patrimonio affidato alla Chiesa almeno se è un sacramento,un "mistero di fede", perché altrimenti decade completamente al livello di una pura istituzione ecclesiale.
E la Chiesa, non è questo ente autonomo,non può essere questo per tanti motivi; come ci viene dal NT, la Chiesa di Gesù è veramente suo patrimonio,sua invenzione,sua eredita’. Comunque sia,la cosa più importante non è questa, nell’approccio al testo che noi vogliamo fare,mi pare che la direzione delle nostre riflessioni bibliche su questo brano non debba essere unicamente né principalmente quella della fondazione di questo sacramento da parte di Gesù, Del resto la stessa esegesi di questo brano,come di ogni brano biblico in genere, non si limita davvero a questo aspetto che gli esegeti potrebbero chiamare con un termine tecnico "diacronico", anzi vi dirò,da biblista proprio, che se l’ esegesi si limitasse solo a questo sarebbe davvero un’ approccio al testo davvero archeologico – sapete cosa fa l’archeologia,no ? scava per andare a scoprire l’origine antica di una determinata realtà o istituzione, ma allora sarebbe perfettamente giustificata la polemica che qualche volta nei nostri tempi si è sentita nei confronti di un’ esegesi chiamata "storico - critica" nel senso deteriore del termine cioè nel senso puramente archeologico, protesa cioè solo alla ricerca dell’origine di una istituzione. Ma c’è ben altro, in un testo biblico, che l’ esegesi deve spiegare, c’è ben altro che deve fare una ricerca archeologica; e cosi’ anche in questo testo c’è ben altro da spiegare; cioè non tanto e non solo l’origine da Gesù stesso del nostro sacramento del perdono ma la sua identità alla luce di questo passo del vangelo. Occorre chiarire la qualifica evangelica del sacramento del perdono o in altre parole; che cosa è e come va vissuto .Questo mi sembra l’altro aspetto da vedere, molto più importante,molto più ampio di quello che abbiamo appena accennato, perché in ogni approccio del testo biblico non c’è soltanto un approccio di tipo semplicemente archeologico,ma soprattutto, la Bibbia è lo specchio, rimane,, è sempre stata lo specchio in cui la comunità cristiana si guarda per riconoscere la sua identità .
Ora proviamo a passare in rassegna questo testo da questo punto di vista, e allora vedremo che questo che abbiamo accennato adesso, è veramente cosi’.
Cominciamo dal contesto di questo brano, che è quello delle apparizioni, chiamate anche con una parola di origine greca le "epifanie" del Signore risorto.
Anche qui,nella nostra pagina, siamo di fronte ad una "epifania " del Signore risorto che si ricongiunge ai suoi discepoli nonostante la sua morte e nonostante le porte chiuse della paura, che raggiunge i suoi discepoli anche se essi si sono chiusi in se stessi, anzi proprio perché sono rinchiusi in loro stessi; "mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano venne tra loro Gesù risorto".
Il sacramento del perdono, alla luce di questo passo del vangelo, è dunque un’iniziativa, una opera di Gesù risorto e vivo che continua la sua compagnia,che si fa vicino a noi, che continua ad operare con noi e per noi le sue opere di amore; la cosiddetta Confessione < attenzione è una brutta parola > perciò dico cosiddetta è un ’ incontro con Gesù risorto, alla luce di questa pagina del vangelo, un incontro con Gesù risorto che viene a trovarci anche dentro alle nostre chiusure, anche dentro a quelle trappole,quelle prigioni, che noi stessi abbiamo costruito con le nostre mani, con le nostre mancanze, con le nostre latitanze egoistiche, con le nostre colpe,con i nostri rinnegamenti.
.A proposito di rinnegamenti, mi viene in mente un’altra pagina bellissima del vangelo di Luca, che è quella di Pietro che, subito dopo il suo rinnegamento di Gesù, lo dice solo Luca,incrocia lo sguardo di Gesù: Gesù lo guarda negli occhi, e proprio perché Gesù lo guarda negli occhi pur senza dire una parola,Pietro scoppia in pianto.
E' molto simile al nostro passo;con la differenza che qui si tratta di Gesù risorto. I versetti immediatamente successivi (19-20) dicono che: " Gesù venne in mezzo a loro,si fermò in mezzo a loro e disse: Pace a voi .E detto questo mostrò loro le mani e il costato " e cioè i segni della sua crocifissione, le ferite delle mani e del petto, i segni di riconoscimento, " e i discepoli gioirono al vedere il Signore", cioè al vedere il crocifisso risuscitato, il crocifisso non come un cadavere, non come il nostro crocifisso di legno, ma come una persona viva, viva come prima e più di prima .Ora, leggendo questi versetti e leggendo alla luce di questi versetti quello che noi conosciamo come un sacramento, cosa ci viene detto?
Il sacramento del perdono non solo è un appuntamento con il Signore risorto, e non solo il Signore risorto che viene a trovarci dentro le nostre chiusure, ma con il Signore risorto che viene innanzitutto a portare la pace, anzi la sua pace. In questo testo c’è un rimando ad un’ altra frase del vangelo di Giovanni immediatamente precedente ( perché la Bibbia si legge con la Bibbia e i testi si illuminano fra di loro); nel cap,14 del vangelo di GV, ai versetti 27-29 infatti si era detto "vi lascio la pace,vi do la mia pace –non la pace, la mia pace- non come la dà il mondo io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore, non abbia timore, ve l ’ho già detto, vado ma ritornerò a voi .Ve l’ ho detto prima che avvenga, perché quando avverrà voi crediate". Ora l’adempimento puntuale di queste parole è proprio nel nostro testo .
Quindi:" si fermò in mezzo a loro e disse:"PACE A VOI ". Il sacramento del perdono, dunque non e’ innanzitutto l’ assoluzione dei peccati; nel nostro testo, se c’è una frase che si riferisce a questo, viene per ultima e cioè nel vers. 23, in coda; il sacramento del perdono non è innanzitutto una assoluzione, è sopra tutto e prima di tutto il dono della pace. La conferma della amicizia fedele, della compagnia e dell’alleanza del Signore Gesù, una compagnia fedele ed incondizionata,gratuita, che permane nonostante tutte le nostre infedeltà.
Una gratuità firmata dalla croce ." e detto questo mostrò loro le mani e il costato ". Una compagnia che ridona la gioia " e i discepoli gioirono al vedere il Signore", il crocifisso resuscitato- una compagnia che ridona quella gioia che nessun altro può dare, che è stabile, che non va e viene a seconda delle circostanze, che è suscitata dalla esperienza, cioè dalla certezza che il Signore risorto è con noi nonostante tutto. La confessione dona la pace prima di tutto, la pace del crocifisso,la pace della certezza più assoluta dell’amore di Cristo,che è testimoniata in modo commovente in altri testi, fra cui voglio ricordarne soltanto uno, perché ritengo sia più che sufficiente. E’ il testo della lettera ai Romani, dove si spiega esattamente quello che stiamo dicendo . Nella lettera ai Romani cap. 5, vers. 6-8 dice testualmente:
"mentre noi eravamo peccatori e nient’ altro che peccatori,Cristo mori’ per noi, innocente per i peccatori,nel tempo stabilito da Dio .Ora, voi sapete che è fatica a trovare uno che sia disposto a morire per un altro,anche se quest’ altro fosse una persona che se lo meriti .Forse ci potrà anche essere eccezionalmente, uno che ha il coraggio di morire per una persona che se lo merita, ma Dio ha dimostrato quale sia il suo amore per noi, perché Cristo è morto per noi mentre noi non ci meritavamo niente ".
E nella medesima lettera ai Romani, nello stesso discorso, poche pagine dopo, nel cap.8 vers.32-39si dice ancora ritornando sullo stesso tema:
" SE DIO E’ DALLA NOSTRA PARTE FINO A QUESTO PUNTO DI COSA POTREMO AVERE PIU’ PAURA ? COLUI CHE NON HA RISPARMIATO IL PROPRIO FIGLIO, MA LO HA DATO PER TUTTI NOI,COME NON CI DONERA’ OGNI COSA?CHI DUNQUE CI POTRA’ MAI PIU’ SEPARARE DALL’AMORE DI CRISTO ? IO SONO CONVINTO CHE NULLA,NE’ LA MORTE NE’ LA VITA,NE’ IL PRESENTE NE’ IL FUTURO NE’ LE ALTEZZE NE’ LE PROFONDITA’ NE’ ALCUNA ALTRA CREATURA POTRA’ MAI SEPARARCI DALL’AMORE DI DIO COME CI E’ STATO MANIFESTATO IN CRISTO GESU’".
Che altro e' la garanzia del perdono se non questa inseparabiltà?
Questa è la pace che Gesù dona . E notate bene che "pace a voi" è l’unica cosa detta due volte, nel nostro passo; dunque non sarà un caso, non è stata ripetuta per caso, perché deve essere davvero la prima cosa, la più importante del nostro testo, deve essere davvero il dono, la grazia più caratteristica di questo sacramento, che non è prima di tutto l’assoluzione.
Prosegue il nostro testo, al vers. 21, con una frase ancora più grossa,ancora più importante, e cioè " GESU' DISSE LORO DI NUOVO" come vi ho detto poco fa "PACE A VOI " e poi prosegue " COME IL PADRE HA MANDATO ME, ADESSO IO MANDO VOI"
Ora qui nel contesto, poiché nell’interpretazione un testo va sempre collegato con quello che viene subito dopo, troviamo al versetto 23 queste parole "
A CHI RIMETTERETE I PECCATI SARANNO RIMESSI "
Dunque l'espressione:"COME IL PADRE HA MANDATO ME, COSI’ IO MANDO VOI " non indica la missione di Gesù in generale, ma il suo essere stato mandato a manifestare e a comunicare l’amore di Dio con il perdono .
Come un altro testo di Giovanni ci conferma ( poiche’ la bibbia si legge con la bibbia ).
Nel cap. 5 del vangelo di Giovanni, infatti, c’è un segno ( come dice Giovanni ) che è quello del paralitico della piscina di Betzaetà; ai vers. 14-17 di questo capitolo si dice quale è il significato completo di quel segno, perché dopo la guarigione del paralitico,Gesù lo trovo’ nel tempio e gli disse: " ECCO SEI GUARITO, NON PECCARE PIU’"
Strano il collegamento; sei guarito non peccare più. Come sarebbe a dire ? Sarebbe a dire che,secondo l’evangelista, le due cose stanno insieme, ed è a queste due cose che stanno insieme che poi il versetto successivo ( vers.17), si riferisce quando Gesù di fronte all’accusa che non poteva fare di queste cose, e cioè quello che aveva detto poco prima; ecco sei guarito non peccare più, il giorno di sabato,Gesù risponde: il Padre mio è sempre all’opera, non va mai in ferie, dunque anch’io sono sempre all’opera .Quale opera?…
E' questa la missione di amare e di perdonare di cui si parla qui, non è la missione di Gesù in generale . è questa missione di cui si dice:" il Padre mio è sempre all'opera e pure io . di conseguenza, perché io sono un suo dipendente .
Dunque il mandato di cui qui si parla è " COME IL PADRE HA MANDATO ME COSI’ IO MANDO VOI " è la consegna del ministero, la consegna della diaconia del perdono che va compiuto nello stesso modo e in continuazione a come la faceva Gesù stesso: "COME ME,COSI' VOI. Allora lo specchio in cui guardare cosa è la confessione, secondo queste parole, sono e devono essere quei passi dei vangeli, e quelli si’ che sono la vera fondazione indiretta del sacramento del perdono nella Bibbia, che si possono chiamare senza esagerazione " le confessioni di Gesù".
Mi riferisco per esempio a MC 2,1-12; anche là c’è un paralitico al quale si dice prima di tutto " i tuoi peccati ti sono perdonati "
Mi riferisco a LC 7, 35-50 il caso di quella donna che va piangere ai piedi di Gesù in casa di un fariseo.
Mi riferisco a Lc 19,1-10 l’episodio di Zaccheo .
Mi riferisco a Gv,8,1-11, l' altrettanto splendido racconto dell'adultera.
Ecco dunque le parole per noi più giuste per capire la cosiddetta confessione alla luce del "COME ME COSI' VOI " Zaccheo,scendi! Scendi dall’albero su cui sei salito .Scendi dai rami del tuo egoismo, scendi dal trono del tuo protagonismo, perché oggi devo fermarmi a casa tua, oggi.
Oppure, i tuoi peccati sono già perdonati, nel sangue del Figlio di Dio, morto innocente per noi peccatori,come dice la lettera ai Romani.
Oppure, alzati e cammina ! Oppure sempre per guardare lo specchio che abbiamo detto,le parole dette a quella donna che era andata a piangere da Gesù in casa del fariseo: i tuoi peccati sono già stati perdonati per la tua fede, la tua fede ti ha salvato perché sei arrivata a colui che il Padre ha mandato per questo; e dunque và in pace . E torna il dono della pace .
O le parole ancora più belle,magari per noi, dette a quella donna adultera nel Vangelo secondo Giovanni ( cap.8); non ti sentire condannata,nessuno ti condanna, neanch’io ti condanno; Dio non ha mandato il Figlio suo nel mondo per condannare, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui ( g,3-17); va in pace, che la mia pace sia con te perché tu possa non sbagliare più.
Allora, ecco che cosa significa questa grande parola " COME ME, COSI’ VOI "; il sacramento del perdono, come l’Eucarestia, un memoriale. Anche per questo sacramento valgono le parole solenni che ne sanciscono l’identità:" FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME ",
Oppure, nella versione di Prima dei Corinzi: "OGNI VOLTA CHE VOI FATE QUESTO, ANNUNCIATE LA MORTE DEL SIGNORE PER VOI,FINO AL GIORNO DELLA SUA VENUTA ".
Poi, al vers. 2, immediatamente successivo, leggiamo "E DOPO AVER DETTO QUESTO ALITO’ SU DI LORO E DISSE: RICEVETE LO SPIRITO SANTO" .
E' la logica continuazione del " come me,cosi' voi"; perché? Perché è l'effusione,la trasmissione,la comunicazione dello Spirito Santo, che nel quarto vangelo è lo Spirito di Cristo . Come dice il quarto vangelo; è il Paraclito, cioè il sostituto e il successore di Gesù presso i suoi. Anche qui si dice questo secondo le parole della promessa fatta nei " discorsi di addio" che si trova poco prima, nei capitoli precedenti del Vangelo di Giovanni, cap 14 vers. 16-20:"IO PREGHERO' IL PADRE ED EGLI VI DARA' UN ALTRO CONSOLATORE (IL PARACLITO) CHE RIMANGA CON VOI PER SEMPRE,LO SPIRITO DI VERITA’ CHE IL MONDO NON PUO’ RICEVERE PERCHE’ NON LO VEDE, NON LO CONOSCE,MA VOI LO CONOSCETE, PERCHE’ DIMORA PRESSO DI VOI E SARA’ IN VOI; PER CUI NON VI LASCERO’ ORFANI,CONTINUERO’ AD ESSERE CON VOI .
IN QUEL GIORNO VOI SAPRETE CHE IO SONO NEL PADRE, E VOI IN ME ED IO IN VOI "."
Collegamento diretto queste parole nel nostro v. 22; anzi il vers. 22 ne è l’adempimento.
Lo Spirito Santo è la saldatura tra il Padre, Gesù e noi .
E' lui la prova che il Risorto è presente e continua ad operare tra noi e per noi; è lo Spirito
Santo che fa i sacramenti, che li fa funzionare come tali, se cosi’ si potesse dire .
Anche qui come per l'Eucarestia: come è l'epiclesi o invocazione o infusione dello Spirito Santo che fa diventare un po' di pane e un po' di vino la presa di contatto fisico con il Risorto . cioè è lo Spirito Santo che può trasformare dei peccatori in nuove creature, poiché come l'Eucarestia è il nutrimento della fede, dell'amore,della speranza, cosi' la cosiddetta Confessione è la guarigione del cuore,quella guarigione del cuore che era stata annunciata gia' dai tempi antichi come opera dello Spirito Santo di DIO .
Vi ricordo Ezechiele al cap. 36 vers 25-27, dove sembra che ci sia proprio l’anticipo di quello che abbiamo detto qui:" VI ASPERGERO’ CON ACQUA PURA E SARETE PURIFICATI; IO VI PURIFICHERO’ DA TUTTE LE VOSTRE SOZZURE E DA TUTTI I VOSTRI IDOLI, VI DARO’ UN CUORE NUOVO, VI METTERO’ DENTRO DI VOI UNO SPIRITO NUOVO, TOGLIERO’ DA VOI IL CUORE DI PIETRA E VI DARO’ UN CUORE DI CARNE, PORRO’ IL MIO SPIRITO DENTRO DI VOI " sembra l'anticipo di quello che abbiamo ascoltato qui " E' LO SPIRITO CHE DA' LA VITA, LA CARNE NON GIOVA A NULLA " (G.V.6 62). Ditemi chi è che non ha sperimentato che le nostre promesse, i nostri propositi fanno cilecca,sistematicamente, proprio come dice la Scrittura; è lo Spirito Santo che dà la vita, la carne non giova a nulla . Ed è Gesù il deposito dello Spirito che da lui, morto e glorificato dalla sua morte per noi,sgorga come un fiume di acqua viva che dove passa risana; dice ancora Gv, AL CAP.7 ver. 37-38 " GESU' NEL BEL MEZZO DELLA FESTA,L’ULTIMO GIORNO, IL GIORNO CONCLUSIVO DELLA FESTA, LEVATOSI IN PIEDI ESCLAMO’ AD ALTA VOCE: CHI HA SETE, VENGA A ME E BEVA CHI CREDE IN ME; COME DICE LA SCRITTURA: FIUMI DI ACQUA VIVA SGORGHERANNO DA DENTRO DI LUI .QUESTO GLI DISSE RIFERENDOSI ALLO SPIRITO CHE AVREBBERO RICEVUTO I CREDENTI IN LUI E CHE NON AVEVANO ANCORA RICEVUTO, PERCHE' GESU’ NON ERA ANCORA STATO GLORIFICATO ".
Vedere anche la parola di Giovanni per indicare la morte di Gesù " RESE LO SPIRITO ",cioè secondo il quarto vangelo Gesù muore praticamente consegnando a noi il suo Spirito . E’ dunque la logica conseguenza del come me cosi voi, perché se questo deve essere vero " come me cosi’ voi " bisogna che ci sia il denominatore comune, il ponte, la saldatura,che è appunto lo Spirito Santo .
E finalmente viene nel nostro testo l’ultimo versetto, il v.23 che non a caso viene per ultimo, e che va letto per ultimo e non da solo, e non per primo, ne’ da solo né per primo; perché se no ci manca tutto ciò che è necessario, tutto ciò che viene prima ciò che abbiamo detto.
Dopo aver detto "RICEVETE LO SPIRITO SANTO "si dice " A CHI VOI RIMETTERETE I PECCATI SARANNO RIMESSI, E A CHI VOI NON LI RIMETTERETE RESTERANNO NON RIMESSI ." Qui ci sono due cose che pero’ sono conclusive, sono cioè, anche qui, la conseguenza logica di tutto cio’ che e’ stato detto prima; perche’ senza quello che è stato detto prima questa frase diventa una specie di formula magica .
La prima e' che la cosiddetta confessione non è tanto un' assoluzione, nel senso di una cancellatura di uno scarabocchio o di una macchia: è ben di più, è una guarigione del cuore,come abbiamo già detto.
Abbiamo letto poco fa il versetto precedente quell’altra frase del vangelo di Giovanni che rimanda al libro di Ezechiele, e parla appunto della guarigione del cuore; ma mi viene in mente anche un frase molto simile- sembra quasi Giovannea-del vangelo di Matteo dove si dice "VENITE A ME,VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI, IO VI RESTAURERO’" (Matteo 11-28)
Insomma nella confessione si tratta soprattutto della guarigione del cuore, di quel cuore di cui la Bibbia dice, per bocca di Geremia: il cuore umano è un abisso,chi puo’ mai vederne il fondo ?
"A COLORO AI QUALI VOI RIMETTERETE I PECCATI SARANNO RIMESSI ": rimettere i peccati, è una terminologia specifica nella Bibbia, e non significa semplicemente "rimuovere qualcosa "; questo termine ha la sua origine nella " remissione dei debiti ", che era una delle caratteristiche dell’ anno sabbatico,dell’anno cinquantesimo,dell’anno giubilare .
Ora se la parola all'origine viene dalla remissione dei debiti, significa "liberare", rimandare liberi, "azzerare" e dunque far ricominciare tutto daccapo, e dunque far rinascere,e dunque far rivivere. Mi sembra di "essere rinato " si dice quando si è ricevuta l'assoluzione; perché si è ricevuto non tanto qualcosa, ma un salto di qualita' nella vita .
E' dunque un "far rinascere" non semplicemente un cancellare . è dunque un far rivivere un rimandare liberi,
L'altra cosa grossa che viene detta qui, in questa ultima frase che, ripeto, viene per ultima ed è l'ultima da guardare,è che questo far rinascere,questo far rivivere, è legato,anzi delegato a delle precise persone indicate da Gesù, come suoi amministratori delegati .
Questo far rivivere o far rinascere, è condizionato a prendere contatto con delle persone, proprio come un’ appuntamento è legato ad un luogo e ad una persona.
Dunque non esiste, secondo questo testo, un perdono a ruota libera,senza condizioni,
nel senso che ognuno se lo compra nel supermercato che vuole o nella stazione di servizio che preferisce . E’ Gesù solo che perdona, e’ Gesù solo che opera il perdono e Gesù non lo opera direttamente,attraverso l’aria,attraverso un contatto magico,attraverso una specie di scintilla che passa attraverso l’aria, no; passa attraverso la comunità cristiana, passa attraverso persone precise, passa attraverso un appuntamento preciso; come quando io voglio incontrare una persona non stabilisco io dove incontrarla e quando io ricevo un appuntamento, è l’altro che stabilisce dove e come,non io, se no sono io che conduco le danze, non è lui che conduce la danza.
Ecco abbiamo provato a fare una rassegna di questo testo giovanneo che fosse piu’ larga di quella che potrebbe solo rispondere la domanda specifica "< ma qui c’è o non c’è l’affermazione dell’origine da Gesù del Sacramento del Perdono ?> .
Ho provato a farvi intravedere che c’è anche la risposta a quella domanda,ma c’è, sopratutto, molto di più.
[19]La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". [20]Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. [21]Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". [22]Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; [23]a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".